Terra Inquieta - sito Grazia

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Terra Inquieta

Sono nata a Posina, piccolo paese ai piedi del Monte Pasubio, e in questo luogo incontaminato dove pochi erano i bambini ma molte le fate, ho passato la mia infanzia a cercare nei boschi ciottoli strani, rami contorti e vecchi casolari abbandonati dove andavo a scovare piccole cose meravigliose , minuscoli oggetti da ripulire e conservare.
Ma l'età dell'oro, si sa, passa presto. Per motivi di studio lasciai quel piccolissimo e dolce angolo del mondo dove nulla mi mancava, dove tutto mi sembrava insostituibile, incominciando così a conoscere l'amaro sapore della nostalgia. Seguirono anni impegnativi ma importanti perché le amicizie e i compagni sono importanti ma anche lo studio, soprattutto quando non rimane cosa sterile ma si trasforma in feconda energia.
Dopo la maturità classica a Padova, mi iscrissi alla facoltà di Lettere e Filosofia terminando il corso studi con una tesi in Storia dell'Arte Contemporanea: "Giorgio De Chirico: un'interpretazione psicoanalitica della sua arte". In questa tesi di ricerca che mi permise di formulare nuove interpretazioni per alcune opere di De Chirico, misi a frutto un periodo di studi non solo di Storia dell'Arte ma anche di Psicoanalisi e Psicologia dell'Arte. Questa esperienza fu impegnativa ma mi cambiò per sempre: arrivo a dire che la Storia dell'Arte e la Psicologia dell'Arte sono stati di fatto i miei "maestri".
Visitare una mostra, da un certo punto della mia vita , per me è diventato un corso di pittura o scultura, un modo per scoprire e conservare - proprio come da bambina cercavo ciottoli strani e rami contorti - gli strumenti tecnici per creare, finalmente, le mie opere.
Gli studi di psicoanalisi, d'altro canto, mi hanno forgiato una sensibilità particolare, son divenuti una guida, un supporto. Resta comunque il fatto che la pittura ed il disegno, come più tardi la scultura, nascono attraverso gesti liberatori: il graffio e la raschiatura, il rilievo , il frottage, il collage, sono tutte tecniche che uso istintivamente.
Verso la metà degli anni settanta si collocano i miei primi quadri ad olio, nel '79 i miei primi quadri a rilievo, con l'utilizzo di materiali sintetici: “Mes beaux-parents”, ad esempio, è il ritratto di una coppia di anziani sposi con i volti che sono, di fatto, un piccolo bassorilievo. Per un paio d'anni mi dilettai con vignette di satira che furono pubblicate sul Gazzettino, poi dal '99, finalmente, entrò nella mia produzione artistica, la terra. Mi son bastati pochi giorni per imparare a fare quelle piccole sculture di terracotta della serie i "ceppi", vincendo il primo e il secondo premio con le opere:" Clochards" e "Giulietta e Romeo" al Concorso Bepi Spolaor della Riviera e di lì a poco i pannelli , i bassorilievi, i busti a tutto tondo con cui partecipare a mostre e collettive nel Veneto e altre parti d'Italia, ottenendo lusinghieri riconoscimenti.
 
Dare alla luce queste creature è un'emozione che nel tempo si è acuita e che, con sempre nuova energia, mi obbliga a scavare nella terra come fosse questione di vita o di morte...
Cerco e trovo nella grigia materia questi volti, questi sguardi, lasciandomi guidare dalla memoria, dal sogno e dalla nostalgia. Lavoro per ripulirli da ogni peso superfluo, per togliere da questi lineamenti ogni traccia di contaminazione e di morte, sì, cerco di dar loro la vita...

Sono anni ormai che ho fatta mia questa bellissima frase di Henry Miller: "L'arte non insegna nulla tranne il senso della vita"
Maria Grazia Lissa

 
 
 
 
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