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Riconoscimenti.

 
" Con ironia e cultura questa scultrice lascia che l'anima della materia emerga naturalmente dall'involucro per diventare diretta espressione dell'animo umano. Le sue creature in terracotta grottesche e dolcissime escono da un mondo a volte fiabesco...
Natura ed arte non hanno più confini, l'una si compenetra nell'altra come se l'autrice proseguisse il dettato che nasce dalla materia grezza trasmettendola alla figura umana. La linea dolce ma incisiva accompagna ogni soggetto, dalle figure sedute agli espressivi ritratti, agli splendidi pannelli, fino all'abbraccio di una dolce maternità o alla raffinatezza dei vasi.
Pulsano le superfici con evidenti accenti pittorici frutto di un meditato lavoro di ricerca e di analisi, la preziosità formale delle figure rese con un effetto plastico perfettamente in equilibrio fra luce ed ombra... , in questo felice connubio le sfumature delle emozioni più nascoste: l'autrice imprime alle sue sculture una vitalità che fluttua leggera creando momenti di autentico lirismo" 
dott.ssa Gabriella Niero

"Attraverso la materia, Maria Grazia Lissa plasma un suo personale racconto, lasciando che le mani liberamente ubbidiscano all'istinto naturale di creare figure e forme stilizzate che emergono dalla memoria, frammenti di un sogno rievocato con i segni di una profonda umanità. Meste e solitarie, dolci e grottesche insieme, queste creature parlano in silenzio mediante una stesura cromatica che diventa simbolica: punto di partenza per una riflessione sui valori fondanti dell'animo umano, in cui gioia e dolore spesso appaiono inscindibilmente intrecciati" 
dott.ssa Lucia Majer

L'opera di Maria Grazia Lissa nasce da una profonda riflessione sui valori intrinseci della condizione umana che prende forma attraverso la materia plastica e morbida dell'argilla. I soggetti delle sue terracotte sembrano essere personaggi di un unico e lungo racconto mai concluso che accompagna l'esistenza.Diversi sono i riferimenti culturali sempre filtrati dalla particolare visione dell'artista: dalla lontana realtà del mito alle ricercate citazioni letterarie, fino alla più vicina quotidianità.  Titoli quali Narciso, La signorina Felicita, Cinque giorni a Natale esplicitano solo parzialmente la singolare condizione dei soggetti. Un'analisi più attenta permette di individuare nelle figure atteggiamenti e aspetti diversi della complessa realtà umana contemporanea.
Con il suo lavoro, Maria Grazia Lissa indaga l'origine dell'inquietudine e della triste malinconia che a volte affiora  dal tranquillo scorrere della vita quotidiana.
Le figure per lo più femminili spesso sembrano ripiegarsi su se stesse, chiuse in un atteggiamento di difesa nelle loro pose raccolte con le braccia conserte o con le gambe accavallate. Gli sguardi assenti e malinconici lasciano trasparire il lieve malessere e l'inquietudine generati dall'impossibilità di uscire dai limiti imposti dalle convenzioni e dai ruoli sociali in cui sono costrette.
Le forme sono disegnate e circoscritte attraverso segni e incisioni che si sviluppano secondo un accentuato linearismo. L'argilla viene modellata come materia viva per poi essere definitivamente fissata in una figura attraverso i vari stadi di cottura. Spesso la materia è assemblata lasciando emergere i grumi e le irregolarità, secondo un gusto per il grottesco che carica le figure di una particolare valenza espressiva. Inevitabile è riconoscere la matrice espressionista di tale modus operandi che tende a deformare l'immagine per fare emergere gli aspetti più reconditi della realtà.
L'argilla plasmata, segnata, graffiata direttamente con le mani permette di instaurare un rapporto diretto tra l'opera e il suo creatore. Ricordo infatti che per Maria Grazia Lissa l'arte è un “atto di amore”: creare quindi significa donare un frammento o una parte di sé.
Anche per tale motivo il suo pensiero trova piena espressione nella terracotta e nelle diverse possibilità cromatiche degli smalti colorati che subiscono impreviste variazioni durante le diverse fasi di cottura.
dott.ssa Roberta Gubitosi
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